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“Se la tecnologia soppianterà gli esseri umani, ‘colpevoli’ di subire gli effetti della stanchezza, dello stress o della distrazione, le situazioni che causano incidenti verranno eliminate”.
Con questo assunto il mercato delle auto autonome si presenta al grande pubblico.
Se è quindi vero che l’errore umano è una delle principali cause di incidente stradale (stimato a livello globale nel 90% di tutti i sinistri), la sua eliminazione andrebbe ad impattare significativamente sul numero di incidenti e su tutti i costi, diretti ed indiretti, a questi collegati.
Sino a qui verrebbe da chiedersi come mai, ad oggi, il driverless non sia ancora decollato come ci si aspettava.
Per capirlo bisogna, in primis, identificare cosa si intende per “guida autonoma”.
Attualmente ci sono 6 livelli di automazione della guida disciplinati dalla SAE, la quale introduce termini specifici per le funzioni di supporto da remoto (“remote driving” e “remote assistance”) e per coloro che svolgono queste attività (“remote driver” e “remote assistant”).
Viene soprattutto tracciato un confine terminologico netto tra i sistemi di livello 1-2 e quelli dal 3 al 5.
Nel primo caso si parla di “sistemi di supporto alla guida” che richiedono il costante controllo del conducente, sempre con “mani sul volante” per intenderci, mentre i secondi sono classificati come “sistemi di guida automatizzata”.
In ottica futura, i costruttori d’auto si stanno concentrando in particolare sullo sviluppo di nuove tecnologie per i livelli 3 e 4.
Per il livello 3 possiamo dire che la sfida si presenta più semplice, in quanto è prevista la costante presenza di un essere umano sempre pronto a prendere il controllo del veicolo ed a intervenire in caso di malfunzionamento dei sistemi.
Il conducente, dunque, resta fondamentale per garantire la sicurezza generale del mezzo.
Il vero problema per le case automobilistiche è la presa di coscienza del reale impegno tecnologico necessario per la realizzazione della guida autonoma dei livelli 4 e 5 nei quali l’intervento umano è richiesto soltanto in particolari circostanze o, addirittura, mai (in un tale scenario la presenza stessa del volante negli abitacoli diventerebbe superflua).
A questi si vanno a sommare ulteriori problematiche che impattano sia sotto l’aspetto civile-penale sia, a cascata, sotto il profilo assicurativo.
Attualmente, oltre all’aspetto tecnologico, alcuni dei maggiori problemi per il rilascio di auto senza conducente si possono restringere a:
- I laser e telecamere necessari per la piena automazione possono essere gravemente compromessi da specifiche condizioni metereologiche quali nebbia, neve e pioggia che riducono l’efficacia degli attuali scanner laser, in quanto le gocce possono deviare e riflettere gli impulsi luminosi rendendoli inadatti;
- Difficoltà causate dalla luce del sole in particolari momenti, quali alba o tramonto;
- La presenza di ciclisti può creare confusione al sistema di guida dei veicoli. Questo perché il comportamento del ciclista, a seconda del posizionamento ed andatura, può essere a volte identificato come un pedone ed altre come un automobilista;
- I computer delle auto senza conducente potrebbero essere vulnerabili agli attacchi di hacking;
- Stabilire protocolli per la comunicazione tra automobili. Le aziende dovranno concordare un sistema standardizzato e connesso in grado di prevenire efficacemente le collisioni tra veicoli autonomi.
Il comparto assicurativo si dovrà quindi preparare a questa futura transizione, la quale da un lato aprirà la strada a grandissimi vantaggi, ma dall’altro sarà inevitabilmente foriera, soprattutto in principio, di notevoli problematiche.
Il tema per gli assicuratori è quindi molto caldo, anche se non di impatto immediato.
La sostanziale riduzione del numero di eventi porterà come primo ed indiscusso vantaggio la riduzione del costo sinistri.
Come risvolto della medaglia, troviamo tutte le problematiche connesse ai fattori di rischio e di responsabilità, ovvero l’imputazione di quest’ultima in caso di incidente.
Attualmente i veicoli collaudati sulle strade devono avere un conducente autorizzato e pronto a prendere il controllo del mezzo in caso di emergenza.
È una norma che, verosimilmente ed in prima battuta, verrà mantenuta anche quando i veicoli autonomi avranno il via libera su larga scala.
Questo approccio solleva però alcuni quesiti: se il “conducente” non guida effettivamente, ciò non lo rende un passeggero? E se il conducente non reagisce correttamente e ha un incidente, la colpa è sua o della vettura?
Si potrà altresì verificare il caso in cui nell’incidente vengano coinvolti un veicolo senza conducente ed uno a guida tradizionale. Anche qui sarà necessaria la presenza di chiare linee guida da seguire nell’attribuzione della responsabilità.
Allo stesso modo, se la causa della collisione fosse un guasto del software si dovranno attuare procedure certe e sicure per affrontare tempestivamente una richiesta di risarcimento e i relativi procedimenti collegati.
Infine, a cappello di tutto, vi è la problematica dell’hacking.
Un’enorme preoccupazione per tutti, non solo per il comparto assicurativo, date le molteplici implicazioni che potrebbero derivare dalla perdita di controllo del veicolo, nonchè per gli usi più svariati che un hacker, potrebbe fare di questa tecnologia.
L’innovazione, come spesso accade, porta quindi con sé benefici, ma anche nuovi problemi da affrontare.
La strada sembra comunque ormai intrapresa e sul nostro mondo si stanno affacciando idee ed iniziative che ci traghetteranno verso la nuova realtà dei veicoli driveless.
Per fare un esempio, un progetto molto interessante è quello della startup Halo.
Questa fornisce un servizio di car-sharing con un’auto senza conducente comandata a distanza da piloti umani che utilizzerà vetture elettriche comandate grazie alla tecnologia 5G.
È possibile prenotare un’autovettura tramite app: la consegna del veicolo, guidato da remoto, avverrà sino al cliente in un luogo stabilito. Questi poi prenderà il comando della vettura per tutta la durata del suo viaggio.
A corsa finita sarà di nuovo il pilota da remoto a riprendere il controllo del mezzo dirigendolo alla successiva destinazione.
Il futuro, quindi, ci riserverà grossi sorprese.
La speranza è quella di trovarsi preparati.